Bologna capitale del gusto : la bottega dei ricordi inizia da Monghidoro
Inizieremo questo viaggio dei ricordi dalla periferia della Provincia di Bologna, precisamente da Monghidoro, al confine con la Toscana, dove nel 2006 visitammo “La Cartiera dei Benandanti”.
Si tratta di un Agriturismo, particolarmente curato, in cui è possibile assistere ai lavori di campagna (e soprattutto goderne i prodotti riproposti “brevi manu” con insospettabile perizia gastronomica) e riposarsi, godendo dei magnifici panorami della montagna o dedicandosi ad equitazione, golf o nuoto in piscina, tutte attività praticabili nei dintorni.
La “fabbrica” dei sapori naturali
La Cartiera è anche meta di una assidua frequentazione da parte di scolaresche desiderose di riavvicinarsi alla Natura e conoscerne i prodotti, riproposti nella maniera più genuina.
Ritornando qui, dopo diversi anni, ci aspettavamo grandi cambiamenti, invece, con nostra meraviglia, ma anche con grande sollievo, abbiamo trovato che tutto era uguale, (salvo le necessarie manutenzioni naturalmente). Solo le persone che ci hanno accolto erano cambiate: al posto della sig.ra Luisa, abbiamo trovato il figlio Luca, che segue, particolarmente la coltivazione dei cereali biologici e dell'erba medica ed in generale l’aspetto zootecnico dell’azienda, mentre la sorella Elisabetta si interessa dell'agriturismo, del caseificio, e della lavorazione della carne aziendale bio.
I piatti tipici del Menù
Ma l’aspetto che più ci interessava era ovviamente quello della Ristorazione: abbiamo riscontrato grande attenzione alla genuinità dei cibi, con una predilezione per gli alimenti alimenti bio ed un attento rispetto delle tradizioni gastronomiche bolognesi: dai classici Tortellini alle Tagliatelle. Ma non mancano alcune ricercatezze, come le Tagliatelle di Farro. Inoltre vi è qualche gustosa citazione della limitrofa cucina toscana, come i Tortelli di zucca e noci. In conclusione una buona interpretazione delle tradizioni gastronomiche della Montagna Bolognese.
Prima di far ritorno a casa non ho potuto non domandare a che cosa si riferisse il nome dell’Azienda, di cui non riuscivo a ricordare la spiegazione che mi era stata data nella mia prima visita.
Esso è dovuto alla sua antica origine dell’edificio, costruito alla fine del 1500: una cartiera, in cui si trasformavano paglia e stracci in carta, utilizzando l’acqua e la forza del fiume.
Per quanto riguarda i Benandanti essi erano personaggi dei culti agrari dell’epoca, che avevano la caratteristica di essere nati con la “camisciola”, cioè involti nella membrana amniotica, circostanza questa che li costringeva a uscire nottetempo per combattere, armati di rami di finocchio, le forze occulte che insidiavano la fertilità dei campi, incarnate da streghe e stregoni, muniti invece di canne di sorgo. In caso di vittoria i raccolti sarebbero stati copiosi, se sconfitti sarebbe seguita una carestia.
È chiaro per chi facessero il tifo quelli della cartiera!
Gianluigi Pagano
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